Il processo di ripensamento e rilancio di quello che all’inizio era l’Orfanotrofio, poi col tempo trasformato in Centro educativo, sta rappresentando un campo di prova e di apprendimento per i tanti soggetti (associazioni, abitanti, educatori, operatori economici, imprese del terzo settore, istituzioni ed enti nazionali, regionali e locali) che da oltre un anno e mezzo si confrontano e collaborano per ri-qualificare Roccaporena come luogo inclusivo, eco-sostenibile e generatore di relazioni educanti.
Costruire traiettorie di futuro per i giovani significa orientarsi verso pratiche inedite da sviluppare insieme alla comunità locale e ad una rete di attori più ampia interessata a sostenere ed alimentare progettualità che riguardino più ambiti in relazione tra loro: il turismo lento e responsabile, che punta a valorizzare l’esperienza e le risorse naturalistiche e culturali; la rigenerazione eco-sostenibile del territorio attraverso l’introduzione di buone pratiche sulla gestione del ciclo dei rifiuti, della risorsa idrica ed energetica; lo sviluppo di tecnologie digitali a supporto dei processi di collaborazione della comunità locale; la realizzazione di percorsi formativi su nuovi profili professionali.
In questo scenario i giovani sono al centro, protagonisti attuali e futuri della loro vita e della vita di questo territorio. Devono assumere un ruolo attivo ed essere riconosciuti come risorsa, orientamento ancor più necessario e rilevante quando si ha a che fare con giovani che provengono da situazioni di disagio e da percorsi difficoltosi, rispetto ai quali l’approccio assistenziale è ormai superato in quanto non più capace di dare risposte adeguate ai problemi e ai tempi.
È questo il caso dei care leaver, ovvero quei giovani che dopo essere stati inseriti in percorsi di tutela, in affido o in comunità socio-educative, una volta maggiorenni, devono lasciare i servizi di supporto e cavarsela da soli. L’uscita dalla tutela è un territorio di confine che vede in Italia migliaia di ragazzi senza una chiara destinazione dopo la maggiore età e con un’indefinita progettazione del loro percorso di vita (cfr, Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza). Dei ragazzi che escono, dopo anni trascorsi nell’accoglienza, alcuni, purtroppo pochi, rientrano nel contesto familiare d’origine, altri devono costruirsi un futuro in autonomia, in un tempo limitato rispetto a quello concesso ai loro coetanei senza vissuti traumatici e turbolenti alle spalle. Alcuni ce la fanno, molti altri no. E il rischio è quello di cadere in circuiti di indigenza e devianza. A questi ragazzi, cosiddetti “improvvisamente adulti”, che devono ancora lottare per conquistarsi una condizione di vita stabile e gratificante, si sta rivolgendo il progetto Rockability: negli spazi del Santuario di Santa Rita si stanno allestendo luoghi dove abitare, formarsi, orientarsi e sperimentare gradualmente un percorso di crescita verso l’autonomia e l’indipendenza.
Il 2021 sarà un anno importante per la comunità di Roccaporena, il tempo in cui il complesso lavoro di confronto e progettazione degli ultimi mesi dovrà tradursi in pratica condivisa di accoglienza e di impegno per l’apertura di nuove strade per i ragazzi che saranno ospitati, ma anche per chi avrà la responsabilità ed il privilegio di accompagnarli verso una vita luminosa e gratificante.
Silvia Quaranta e Alfonso Raus