A NATALE FACCIAMO DI OGNI UOMO UN PROSSIMO E DI OGNI PROSSIMO UN FRATELLO. AUGURI!

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Carissimi devoti di Santa Rita,

immagine 2Tra pochi giorni è Natale, una festa di famiglia, che dona gioia e pace. Permettetemi allora di “entrare” nelle vostre case per dirvi grazie. Grazie delle vicinanza e del sostegno all’Opera di Santa Rita di Roccaporena. Tutto quanto possiamo realizzare nel paese natale della Santa – ospitalità ai pellegrini, cura dei luoghi di culto, accoglienza di alcuni ragazzi minori presso il Centro Educativo, stampa della rivista Lo Scoglio di Roccaporena – è frutto della vostra generosità: Dio Padre buono vi ricompensi per la bella testimonianza di carità e ci aiuti tutti a preparare il cuore per accogliere l’atteso delle genti, il Messia, suo Figlio Gesù.

Nelle nostre assemblee tra non molto tempo, infatti, risuonerà ancora una volta l’annuncio gioioso «Il Verbo si è fatto carne» (cf Gv 1, 1-5), la Parola interiore di Dio diventa un individuo storico particolare, un piccolo Bambino nel presepio. È così grande e così inaudito questo annuncio, che persino le rovine di Gerusalemme – dice il profeta Isaia – sono invitate ad esultare: «Prorompete in canti di gioia, rovine di Gerusalemme!». Sono, oggi, le rovine della guerra che insanguina popoli vicini e lontani; sono le rovine della fame e della povertà in diverse regioni del mondo; sono le rovine di casa nostra, come le famiglie divise e disgregate; come la crisi economica ormai troppo lunga, come l’incertezza civile e politica, la disoccupazione, la droga, l’ingiustizia, la corruzione; sono le rovine interiori di ciascuno, che ci opprimono e fiaccano la nostra esistenza: amarezze, malumori, frustrazioni, solitudini. Rovine che inducono il rischio del rinchiuderci in noi stessi, così da non essere più in grado di vedere la luce che può squarciare le tenebre. Ma il buio che è dentro di noi e intorno a noi è rischiarato dallo splendore del prossimo Natale: «La luce splende nelle tenebre» (Gv 1, 5).

Il piccolo Gesù che tutti adoreremo nel presepio è il segno della salvezza e dell’amore di Dio. Nella sua piccolezza conosciamo la straordinaria potenza di Dio, il volto del Padre (cf Gv 1, 18). Dio è talmente grande da amarci al punto di farsi piccolo; in Gesù, Dio “si svuota” di sé in qualche modo, per condividere fino in fondo la nostra sorte: perché – lo sappiamo – condividere è la forma suprema dell’amare.

A Natale, in modo particolare, siamo invitati ad aprire i cuori alla fede, alla speranza e alla carità, per mezzo delle quali possiamo leggere nei piccoli segni del quotidiano il dono infinito di Dio che ci viene incontro.

Cari amici, in preparazione alla nascita di Cristo mettiamo alla scuola della nostra Santa Rita e guardiamo in profondità il nostro prossimo e ricordiamoci che è un fratello di Cristo e un fratello nostro. Facciamo di ogni uomo un prossimo e di ogni prossimo un fratello. Solo così sarà davvero un “buon Natale”!

Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia 

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