A tutti i devoti di Santa Rita, a tutti gli amici collegati in qualche modo al nostro Santuario di Roccaporena: buona Pasqua!
Vi proponiamo l’articolo che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha scritto sull’ultimo numero de “Lo Scoglio di Roccaporena”.
Gesù risorto è perfino in mezzo alle situazioni di peccato come misericordia
A Pasqua si riattualizza e rivive nel cuore e nella vita dei credenti la risurrezione di Gesù da morte. Per cogliere la portata di un tale evento, dobbiamo anzitutto capire chi è Gesù Cristo e, per capirlo, dobbiamo guardarlo non solo dal basso – a partire dalla sua umanità -, ma dall’alto, come lo vede Dio Padre. Dal basso leggiamo la festa di Pasqua come ricordo di un evento determinato della storia, definito con l’aiuto di antiche testimonianze riportate anche dalle letture bibliche che abbiamo ascoltato. Dall’alto, la Pasqua ci appare come il fatto centrale, voluto da Dio affinché Gesù Cristo venisse glorificato nel suo corpo e regnasse glorioso presso il Padre, attraendo a sé tutta l’umanità; visto dall’alto, Gesù è colui per il quale tutto esiste.
Ciò che noi chiamiamo la risurrezione di Gesù attesta che tutto è cambiato. Nell’intimo di ogni realtà sono sconfitti la caducità, il peccato e la morte e in ogni nostra azione quotidiana è presente il seme dell’eternità. Il Risorto è nella nostra storia personale, è in tutte le lacrime e in ogni morte come la forza segreta di una vita che vince anche quando sembra morire; è nell’uomo che soffre, al quale ci facciamo prossimo; è nella nostra impotenza come la potenza che può permettersi di apparire debole perché è invincibile. Gesù risorto è perfino in mezzo alle situazioni di peccato come misericordia, pronta ad attendere fino alla fine. Egli è cuore della realtà terrena, segreto sigillo del suo valore perenne. Perciò dobbiamo amare questa terra anche se ci fa paura e ci tormenta.
Guardando l’uomo Gesù che ha vinto il male e la morte, noi vediamo la luce per orientarci nella vita e nelle scelte di ogni giorno. L’evento della risurrezione ci apre un orizzonte di senso, un universo di speranza; ci ripropone la bontà inalienabile dell’uomo e di tutto il creato. Ma affinché la risurrezione di Gesù sia davvero la beatitudine del nostro essere, occorre che noi usciamo dal sepolcro del nostro cuore e crediamo che egli è qui con noi, adesso, che cammina con noi, che è sorgente della nostra vita e che lo sarà fino all’ultimo giorno di questo mondo, quando avverrà la pasqua totale del cosmo. Non è un sogno, non è un’utopia: la Risurrezione è realismo evangelico su cui noi credenti fondiamo la nostra concezione della vita, della storia, dell’etica, della civiltà. E per questo, anche nella nostra realtà spesso triste e contraddittoria, dove le parole pace, speranza, solidarietà, trovano un terreno arido e tale da farle sembrare utopia, noi facciamo emergere il grido della Risurrezione.
L’augurio che formulo a voi, cari devoti di Santa Rita, in prossimità della Pasqua è di vivere con intensità la nostra fede in quel Gesù liberatore che è la nostra speranza. È più di un semplice augurio; è una promessa fondata e sigillata da Dio stesso che sussurra ad ogni uomo e a ogni donna della terra: Cristo è risorto anche per te!
+ Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia